Unite with Tomorrowland: un’occasione colta guardando al domani.

Siamo stati a UNITE with Tomorrowland sapendo che non avremmo giocato in quello che è il nostro campo abituale, in mezzo ai suoni ed al pubblico che ben conosciamo. Siamo usciti dalla nostra dimensione per incontrarne una a noi nuova e dare uno sguardo oltre. Non ci soffermeremo troppo sugli aspetti organizzativi, in cui l’eccellenza è stata raggiunta in tutti i suoi aspetti, o sull’allestimento faraonico che di rado si vede nei nostri confini. Vorremmo spendere due parole in favore delle scommesse, che possiamo dire vinte, di UNITE.

Portare un evento di questo livello e con questa fama sul suolo italico ha visto alcuni sfortunati predecessori: burocrazia, tasse, pubblico, ed infiltrazioni di professionisti poco affidabili in passato hanno fatto danni importanti, ma l’organizzazione belga ha saputo ben sfruttare le esperienze passate e pare si sia ben destreggiata, scegliendo un team italiano in grado di superare tutti gli ostacoli che si incontrano quando si organizza un grande evento in Italia. Portare un evento di questo tipo,  mescolando artisti di grande livello con alcune interessanti volti ancora non troppo noti è stato un altro importante punto messo a segno dagli organizzatori.  È innegabile che si sia sentita una differenza nei set dei dj più navigati ed importanti e le esibizioni dei più giovani, che probabilmente scontano una mancanza di coraggio o di spontaneità che deve ancora arrivare, ma è anche vero che i dj più navigati sono stati Claptone, Klingande e Martin Solveig, quindi ogni paragone potrebbe rivelarsi ingeneroso. Ultima ma non meno importante scommessa è stata quella del live streaming: una reazione da parte del pubblico che sinceramente non ci aspettavamo e che ci ha lasciato stupiti. Una reazione positiva e calda di tutto il pubblico, che si è lasciato coinvolgere totalmente dall’esperienza di UNITE.

Bravi nella scelta degli artisti, bravi nella scelta del momento della giornata, e bravi nella gestione delle scenografie. Una scelta, quella del live streaming, che da una parte possiamo abbracciare con gioia e dall’altra che inevitabilmente allarma la parte più romantica di chi ama i festival ed i dj set. Forte e bello il senso dell’unire diversi lati del mondo e far sì che vivano allo stesso momento le stesse emozioni, azzerando le distanze e facendo in modo che la musica unisca in modo simbolico e fisico azzerando quella che oggi era la barriera più importante, ovvero quella spaziale. Unico neo della diretta, se vogliamo essere totalmente imparziali, è stato il presentatore forse un po’ troppo presente, inevitabile anello di raccordo tra una nazione e l’altra. Il lato romantico, e questo non deve oscurare il successo della manifestazione e le intenzioni positive della diretta live, si allarma al pensiero dei tentativi di emulazione che seguiranno e che non avranno alle spalle la stessa meticolosa preparazione. Siamo certi che non succederà, perchè il Tomorrowland è unico, quindi l’unico che possa permettersi un festival con tre ore di streaming in mezzo ad altre nove di djset live.

 

Concludiamo quello che forse è l’articolo più lungo che abbiamo mai caricato su Pitchup con i complimenti a UNITE With Tomorrowland ed a tutti i professionisti nazionali che hanno reso l’evento possibile e con questo livello di qualità, sperando di poter rivedere l’anno prossimo altri grandi nomi insieme ad artisti più giovani, un palco più grande, e perché no, un altro paio d’ore di diretta dello stesso calibro di quella vissuta con Afrojack, Armin van Buuren e Dimitri Vegas & Like Mike.

Al prossimo anno Tomorrowland e UNITE, vi aspettiamo.

(Foto di Fabio Berti per Tilllate)